Giornata dell’Economia: Avviare subito un Tavolo provinciale sul credito

«La Camera di Commercio valuti l’avvio di un Tavolo provinciale sul credito con le associazioni di categoria e con gli istituti bancari: il nuovo Patto per lo Sviluppo del territorio, lanciato questa mattina dal presidente Nicola Tognana, deve necessariamente passare attraverso una pratica diversa di allocazione delle risorse da parte del sistema creditizio, oggi prepotentemente sbilanciata sulla media e la grande impresa a danno della piccola».

Lo afferma Giuliano Rosolen, direttore della CNA provinciale di Treviso, a seguito delle riflessioni emerse nel corso della 10ª Giornata dell’Economia tenutasi questa mattina in Camera di Commercio a Treviso.

«L’analisi del professor Mantovani è stata chiarissima: il sistema delle imprese trevigiane è strutturato per filiere in cui le aziende hanno competenze complementari e cooperano per riuscire a competere sui mercati – continua Rosolen –. Quando viene danneggiata una parte della filiera, si fa un danno anche all’altra e a risentirne è la competitività dell’intero sistema economico. La stretta creditizia ha colpito e continua a colpire in maniera preponderante la micro e la piccola impresa, i cui affanni mettono in crisi l’intera economia. Un nuovo Patto per lo Sviluppo, dunque, non può che partire dalla correzione di questo inaccettabile disequilibrio».

Il nodo del credito, pertanto, rimane quello centrale da sciogliere per ridare impulso all’economia trevigiana. Tanto più che, come conferma anche una recente ricerca della BCE, dall’ottobre 2011 al marzo 2012 l’accesso al credito per le piccole imprese è andato ulteriormente deteriorandosi.

«A un problema di sistema va data una risposta di sistema – insiste Rosolen -. Alle analisi uscite dal convegno di questa mattina devono seguire RISPOSTE concrete. A nostro avviso, serve un ruolo di maggior protagonismo della Camera di Commercio e un dialogo più stretto tra le rappresentanze del mondo dell’impresa e gli istituiti di credito che, in questo momento, stanno scaricando il bisogno di credito delle aziende sul sistema dei confidi».

Netto dissenso, invece, esprime Rosolen sull’eliminazione degli incentivi al fotovoltaico e alle altri fonti rinnovabili.

«I rischi speculativi che hanno fin qui accompagnato il sistema delle incentivazioni alle rinnovabili vanno senz’altro corretti, privilegiando con gli incentivi l’autoconsumo piuttosto che la produzione – puntualizza il direttore della CNA -, ma non si può, soprattutto in questa fase, colpire un settore che sta producendo ricchezza, sta dando lavoro e sta contribuendo al risanamento dei conti pubblici: sono 8 i miliardi in tasse che sono entrati nelle casse dello Stato dal 2010 ad oggi dal fotovoltaico. Inoltre, per l’Italia, Paese senza fonti fossili, l’obiettivo dell’autosufficienza energetica deve essere perseguito con tenacia. Senza incentivi, come vorrebbe Tognana, avremmo il blocco totale di una intero comparto, già ora in difficoltà per le incertezza legate alla modifica del quarto conto energia, con chiusura di aziende e lavoratori per strada».


 

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