Fine Superbonus? Meglio bonus meno “permissivi” ma più stabili nel tempo La posizione della CNA sull'annunciata fine della misura per mancanza di fondi

«Non è affatto l’ideale passare, in modo così repentino, da una misura super permissiva, qual è il 110%, al nulla. Andava piuttosto previsto un decalage della misura nel suo complesso come è stato previsto per i condomini. In ogni caso ora urge trovare una rapida soluzione per sbloccare il mercato dei crediti dei bonus dell’edilizia che rischia di portare al fallimento migliaia di ditte».

Lo afferma Luca Frare, presidente di CNA territoriale di Treviso, commentando la notizia uscita sui media secondo cui il Governo non sarebbe più disposto a prorogare la misura per mancanza di soldi.

«Il superbonus è già costato tantissimo allo Stato Italiano, oltre 33 miliardi di euro, pari a molto di più di una manovra finanziaria, e ha avuto certamente l’effetto positivo di creare molto lavoro ma anche alcuni effetti negativi e destabilizzanti sul comparto casa provocati dall’incremento dei prezzi e dall’instabilità normativa – continua Luca Frare -. Come imprenditori avremmo preferito una misura più selettiva rispetto ai destinatari e più stringente nei requisiti energetici e, soprattutto, più lunga nel tempo, che ci avrebbe consentito di programmare i lavori e gli investimenti».      

«Urgente bloccare il mercato dei crediti»

Per CNA, è importante ora che il Governo trovi la liquidità per sbloccare il mercato dei crediti, rendendo possibili le cessioni per chi ha fatto o sta facendo i lavori. «Chi ha creduto e investito nel superbonus non va ora lasciato con il “cerino in mano” – ribadisce il presidente di CNA Treviso -. Se si “bruciano” le piccole imprese del comparto casa e vengono fatte fallire, si brucia il sistema-Paese e lo Stato avrà costi ben più ingenti da sostenere».

Se voltare pagina sul superbonus così come è stato concepito sarà inevitabile, CNA guarda ad un altro strumento che permetterà al comparto-casa di continuare a lavorare (si spera più serenamente) e di centrare gli obiettivi dell’autonomia energetica, del risparmio e della riduzione delle emissione climalteranti: le comunità energetiche.

«Il settore guardi ora alle comunità energetiche»

«Bene che sia stata approvata la legge regionale sulla promozione delle comunità energetiche che dovrà ora essere adeguatamente finanziata anche agganciando la normativa ai fondi regionali Por Fesr – conclude il presidente Frare -. L’approvazione di questo progetto di legge potrà favorire una conversione all’autoproduzione e all’autoconsumo. Serve che ciascuno degli attori coinvolti faccia la propria parte. Sul nostro territorio la Provincia di Treviso potrà giocare un ruolo strategico di coordinamento e impulso». 


Altre voci di nostri imprenditori

 Francesco Pilotto, titolare di ditta termoidraulica, presidente CNA Termoidraulici

Cosa prevede che accada con la fine del superbonus?

«Senz’altro ci sarà una frenata del lavoro per la nostra categoria perché tanti clienti non sono riusciti a fare gli interventi nei tempi previsti e con la fine dell’incentivo non li faranno. Il superbonus ha indubbiamente creato tante opportunità di lavoro e rimesso in moto un settore stagnante; dall’altro lato però si è speculato, gonfiando i prezzi, ed è il motivo per cui il Governo ha deciso di non prorogarlo. Che ci sarà una riduzione del lavoro sì, che si blocchi tutto no. Rimangono infatti il bonus casa per le ristrutturazioni (50%) e l’ecobonus per il risparmio energetico (65%). Bisogna anche fare un ragionamento etico: con il 110% la gente faceva i lavori a volta anche senza interessarsi più di tanto perché erano gratis; con il 50% e il 65% i clienti sono costretti a fare interventi più mirati, più utili, con più consapevolezza. Va sottolineato un altro fatto: il 70% di chi ha fatto i lavori con il superbonus aveva le risorse per farli anche con il 65% e il 50%. Se l’obiettivo del superbonus era quello di aiutare a riqualificare il proprio immobile chi non aveva soldi, direi che non è stato centrato».

 

Cristina Zanellato, co-titolare C.E.M. Costruzioni Edili Montello

Cosa prevede che accada con la fine del superbonus?

«Come abbiamo detto a suo tempo, per noi il superbonus non doveva nemmeno iniziare e ci auguriamo che finisca presto: è un’agonia per le imprese, un indebitamente per i nostri clienti, ed è insostenibile per lo Stato italiano. Le misure di rilancio del comparto casa devono essere fatte in maniera diversa. I bonus del 50% e del 65% vanno bene, magari con il correttivo di renderli accessibili anche agli incapienti fiscali; non va bene, invece, regalare soldi a chi, magari, non ne ha bisogno. L’eredità che ci lascia il 110%? Abbiamo bruciato in pochi mesi il lavoro di anni, e questo va a danno delle aziende serie. Le imprese che prima lavoravano in modo corretto infatti avrebbero lavorato comunque anche senza il 110%. Ora invece ci troveremo nei prossimi anni con un calo di lavoro perché molto ne è stato bruciato in brevissimo tempo. Non c’è stato dunque un sostegno alle imprese sane; si è favorito la nascita di tante imprese nuove che senza la spinta del super incentivo potrebbero fallire. E potrebbero fallire anche tante ditte che si trovano con il cassetto fiscale pieno ma senza liquidità perchè hanno fatto lo sconto in fattura ai propri clienti. E intanto è stato rovinato il mercato per tutti».


 

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