Il Presidente provinciale: «CNA, ecco quali sfide per il 2017»

Cari colleghi ed amici tutti,

sono ben felice di portare questo saluto alla fine del 2016 per augurarvi un meraviglioso 2017.

Facciamo molto come associazione e in questi anni di reale difficoltà abbiamo saputo reggere il passo, facendo comunque una buona attività.

Sento mio il dovere di richiamare tutti ad uno sforzo ancora maggiore per l’ottimizzazione dei processi che portino ulteriore valore aggiunto alla nostra già bella associazione.

Il calo del numero degli iscritti di tutte le associazioni di categoria è un bel campanello d’allarme.

Allora verifichiamo cosa è cambiato nella società… Lo ripeto da sempre: perché un’impresa dovrebbe iscriversi alla CNA?

Io la mia risposta ce l’ho, ma il livello base culturale delle persone riguardo ad una società organizzata si è perso nei mille luoghi comuni a cui anche noi veniamo accomunati.

È anche vero – come scrive il grande sociologo Bauman nel suo saggio Modernità Liquida – che da una società divisa e organizzata in gruppi siamo passati ad una società completamente atomizzata.

Oggi la sfida non è più solo tra soggetti grandi e piccoli, ma tra soggetti veloci o lenti!

Oggi questo fa grande differenza e per le nostre imprese è una minaccia ben presente. L’unica cosa che resta sempre uguale sono le 24 ore della giornata: dentro a questo tempo si giocano le partite della resistenza individuale e di sistema.

D’altro canto noi artigiani dirigenti sappiamo bene cosa voglia dire stare sul mercato ogni giorno confrontandosi con le sfide inaudite che si aprono grazie alla velocità , come dicevo prima dovuta, a una forte evoluzione della tecnologia Smart.

Noi cosa possiamo fare per dare futuro a questa organizzazione?

Quando parlo di futuro mi riferisco a tempi che verranno tra 5 anni non tra 20 anni.

L’anno prossimo, nel 2017, saremo chiamati a rinnovare il gruppo dirigente tramite le assemblee elettive. A mio avviso sarà una partita da giocare tutta in contropiede, senza paure, rispettando le regole dello statuto, inserendo nuove figure possibilmente giovani e autorevoli.

All’interno delle nuove compagini direttive troveranno posto anche i responsabili portavoce di mestiere. I direttivi a mio avviso dovrebbero essere  composti da poche unità ben motivate.

Dobbiamo pertanto lavorare affinché gli iscritti comprendano che l’Associazione è un bene comune che va oltre al pagamento delle tasse e dei contributi.

Per fare ciò non abbiamo molto tempo e penso sia una partita difficile da giocare.

Ma allo stesso tempo lancio un bel sasso nello stagno affinché venga compresa la sfida che a mio avviso è importante ora.

Quello che sto per dirvi mi è giunto alla mente riflettendo sul pre  e post referendum del 4 dicembre, dove ho veramente visto di tutto e di più, ed è stato rasentato a mio avviso il peggio che può dare la società italiana in questa fase della sua evoluzione. Il referendum  è stato tramutato in tutto quello che non c’entrava con il quesito referendario.

Al di là di come la pensiate, e al di là del fatto che abbiate votato SI o NO, io affermo convintamente che c’è in atto una guerra dichiarata tra senso dello stato e senso dello sfascio a tutti i costi.

Ho visto cittadini che si sono ridotti all’ignoranza completa rispetto a questioni importanti e basilari.

Allora mi sento in dovere di affermare che uno dei temi che deve porsi questa Associazione e la sua attuale dirigenza è quello della formazione dei suoi dirigenti attuali e futuri.

Per usare un termine edulcorato, dico che  io non vorrei avere un dirigente artigiano che spara corbellerie. Mi piace pensare di formare quadri dirigenti autonomi nel loro modo di pensare e consapevoli delle vicende che fanno capo alla situazione socio-politica.

Per questo sono convinto che solo una dirigenza capace e autorevole potrà affrontare le nuove sfide che saranno certamente “politiche” nel senso vero della parola.

Abbiamo dinnanzi a noi anni che ci impegneranno su scelte drastiche di cambiamento non più come oggi piccoli assestamenti.

Dare indirizzo nuovo e dare futuro vuol dire porsi oggi l’obiettivo di un agire diverso, attento alle esigenze del sistema rispetto alle nostre potenzialità. Ma vuol dire anche sottolineare alla politica regionale e nazionale le cose da fare da oggi in avanti, senza se e senza ma, guardando al vero interesse delle nostre imprese che vogliono contare sui mercati internazionali.

Rendere più competitivo il nostro sistema economico vuol dire appunto “essere più veloci” in senso lato.

Se vogliamo avere futuro queste sono a mio avviso le strade da percorrere.

Allora avrà ancora un senso essere Associazione, divenire punto di riferimento per le imprese e i professionisti che vedono in noi interlocutori capaci che offrono opportunità e risposte alle tante esigenze.

Chiudo dicendovi che nessuno di noi ha la bacchetta magica in tasca, ma al tempo stesso tutti noi abbiamo una coscienza… La quale adesso, e anche un  secondo prima della nostra fine, ci chiederà il conto del nostro stare, del nostro  passaggio terreno. Pertanto invito tutti noi, io per primo, a non attendere  quel momento e a chiederci ORA cosa stiamo facendo, cosa siamo venuti a fare a questo mondo. Facciamo un salto di qualità come seppero altre generazioni che hanno costruito le basi per il futuro dei propri figli!

Difendere la democrazia a mio avviso non è solo andare a votare ad un referendum ma è costruire insieme ad altri una società aperta e consapevole, attenta ai diritti di tutti e dove tutti s’impegnano a concorrere con dovere al bene comune.

Buon Natale!

Alfonso Lorenzetto
Presidente provinciale CNA

(foto Arcangelo Piai)


 

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