8 marzo 2015, a tutte le donne i migliori auguri

CNA provinciale di Treviso augura il migliore 8 marzo, Festa della Donna, a tutte le donne, cogliendo l’occasione per ricordare alcuni diritti, spesso disattesi, contenuti nella Costituzione italiana, all’articolo 37, a tutela delle donne lavoratrici.

 

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.

Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.

La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

 

Donne e diritti. Una riflessione

EMMA WATSON, attrice femminile, adolescente protagonista di tutti i film di “Harry Potter”,alias Hermione è diventata una giovane donna e recentemente, in veste di ambasciatrice dell’ONU, ha lanciato una campagna “HE FOR SHE”(lui per lei).

La campagna “He for She” è rivolta agli uomini invitandoli non solo ad ascoltare, ma a diventare protagonisti della battaglia per i diritti politici, economici e sociali tra i generi perché, far saltare gli stereotipi di genere, significa abbattere le contrapposizioni culturali che purtroppo esistono in tutti i paesi anche se in maniera diversa e producono rancore, dolore e violenza, per generare rispetto.

EMMA WATSON, durante il suo discorso tenuto davanti alla togatissima assemblea dell’ONU e indirettamente rivolto a tutti i ragazzi, ragazzine, giovani e non che la seguono dai tempi di Harry Potter, ha portato nella sua testimonianza motivi per i quali, sin da piccola (8 anni) ha cominciato a sentire rabbia, per la discriminazione che le veniva spesso inflitta quando desiderava praticare ruoli o scelte tradizionalmente vissuti al maschile.

Credo che l’esperienza testimoniata sia stata vissuta, almeno in parte, da molte di noi e sicuramente lo sarà ancora.

Infatti, anche oggi, credere in quello che facciamo, adoperarci, decise e consapevoli per realizzare ogni nostro percorso, anche di nonne desiderose di essere tutelate nella salute e rispettate da una società che spesso ci oscura, a volte ci fa sembrare donne troppo aggressive, poco attraenti se non addirittura contro gli uomini.

E ancora ritenere giusto che le donne a pari merito abbiano lo stesso stipendio e conseguentemente riconoscimento pensionistico degli uomini, che abbiano le stesse opportunità di fare politica, che si misurino alla pari in ogni ambito culturale/sociale/economico e che alla pari godano dello stesso rispetto talvolta genera un sentimento di rifiuto al cambiamento verso il riconoscimento dei diritti di tutti.

Per la donna, invece il diritto ad essere considerata “PARI” rientra sicuramente tra i diritti che si devono alla persona, quindi ad ogni essere umano.

La campagna “He for She” si rivolge agli uomini per estendere un formale invito di contaminazione di genere, perché il nostro essere “pari” interessa anche agli uomini.

Si conosce ancora poco dello stereotipo che coinvolge il genere maschile ma, siccome esiste, è bene che se ne parli, che si trovi una possibilità di dialogo che aiuti gli uomini quanto prima a liberarsi dagli stereotipi che li condizionano e sempre più frequentemente crea disagio.

Troppo spesso ad esempio, è difficile al maschile riconoscere e manifestare i sentimenti per paura di sembrare poco virili, fragili e insicuri, c’è il timore di sembrare meno maschi e questo li sconcerta.

Le donne in questo sono esperte, vivono storicamente emozioni e sentimenti con naturalezza per questo sono pronte e auspicano il dialogo perché quanto prima questo avverrà, uomini e donne saranno davvero liberi di essere sensibili, di essere forti, di essere dolci, di piangere, di accarezzare, di riconoscere e vivere entrambi e in maniera condivisa i sentimenti.

Altro forte condizionamento è un distorto concetto di successo che porta gli uomini ad investire soprattutto sulla propria affermazione sociopolitica/lavorativa sottovalutando e delegando al femminile tutti gli altri ruoli.

Il benessere psicofisico e la sintonia pregnante con l’ambiente, porta le donne a vivere scelte sempre più spesso in contrapposizione con la rincorsa ad essere ad ogni costo protagoniste, questo non vieta che lo diventino anzi, a maggior ragione la scelta di una loro presenza dentro alle trasformazioni che la società sta vivendo può essere se condivisa con gli uomini, padri, mariti, amici, colleghi portatrice del valore aggiunto che le caratterizza.

Soprattutto però hanno bisogno che questa scelta diventi patrimonio dell’intera società e solo con una maggiore delega dei diversi ruoli tradizionali ci sarà un serio avvio verso la parità.

La giovane donna EMMA WATSON in sintesi ci comunica che condividendo la campagna da lei lanciata attraverso l’ONU, chiede a noi donne di dialogare con gli uomini di diventare attori in prima persona del cambiamento, chiede loro di credere nel diritto alla parità di genere, di condividere il percorso verso una nuova frontiera culturale e diventare dei sostenitori del femminile.

Il diritto alla parità e alla non violenza è ancora troppo disatteso, infatti, ribadiamo a malincuore che non esiste in tutto il mondo un paese in cui, con sfumature diverse, i diritti siano garantiti a tutti.

Mariarosa Battan
Coordinatrice CNA Impresa Donna Treviso
Vicepresidente nazionale CNA Pensionati

L’articolo è stato pubblicato del n. 47 di Verde Età


 

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